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Il rituale iniziatico sciamanico della nascita [La gravidanza]

17 Ottobre 2016

Tabella dei Contenuti

Come hanno vissuto la gravidanza mama Alessia e prem Antonino? Come si sono comportati? Come hanno organizzato il parto naturale? E… come hanno scelto il nome di quest’anima?

Se hai letto l’articolo precedente, Il rituale iniziatico sciamanico della nascita [Il concepimento], in cui ti abbiamo raccontato l’inizio dell’avventura personale che prem Antonino e mama Alessia hanno vissuto in questi ultimi mesi della loro vita, siamo sicuri che ti sono sorte alcune di queste domande e che non vedi l’ora di andare avanti con il racconto, vero? 🙂

Bene, perché abbiamo ancora tanto da condividere e con questo articolo vogliamo raccontarti un po’ come sono stati questi nove mesi di gravidanza!

La gravidanza è un dono meraviglioso, non una malattia

Ci sono donne che vivono bene la gravidanza, altre meno, ma in entrambi i casi c’è sempre quel rumore di sottofondo dettato dalla paura, quella sensazione che “una donna in gravidanza sia un po’ limitata”, che non può fare certe cose e questo a volte fa sì che si perda la bellezza e la potenza di questo dono.

Non è stato così per mama Alessia che con la sua gravidanza ha voluto diffondere un importante messaggio.

Prem Antonino ci racconta: “Abbiamo deciso che tutti i giorni mama Alessia avrebbe praticato il saluto al sole e altre posizioni della pratica yoga, sotto la mia guida (sono anche un maestro yoga per donne in gravidanza), e che si sarebbe accompagnata con un mantra creato da noi per l’occasione; avrebbe fatto viaggi sciamanici per connettersi con l’anima che si sarebbe pian piano incarnata, in modo da iniziare a conoscersi, e io le avrei fatto un trattamento sciamanico al giorno per equilibrare i corpi sottili; infine ci siamo impegnati a fare lunghe camminate immersi nella natura almeno una volta ogni settimana.”

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“Abbiamo anche deciso di continuare a fare il lavoro come abbiamo sempre fatto, senza rinunciare o rinviare nulla.

mama Alessia non voleva che passasse il messaggio che una donna in gravidanza deve vivere come se fosse una donna malata, perché infatti non è così! Lei ha fatto tutto quello che ho fatto io.

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E noi giriamo sempre da nord a sud dell’Italia per corsi, seminari, rituali e trattamenti.

Non ha mai rinunciato a nulla.

Durante i primi tre mesi ha perduto un po’ il controllo sul “dragone” del cibo, attraverso la giustificazione contenuta nella frase “Mangia mangia, che devi soddisfarne due adesso…”, dando così spazio a tutti i suoi desideri alimentari, ed io ho iniziato ad ingrassare come lei per accompagnarla in questo cammino.

Ma poi, una sera, le ho detto che forse non era necessario tutto questo. Lei ha ascoltato se stessa, le sue guide, l’anima nella sua pancia e le sono arrivate le giuste informazioni, così ha smesso di mangiare “spazzatura” in quelle quantità esagerate ed è tornata a nutrirsi in modo consapevole e adeguato al suo stato.

Non ha mai avuto dolori, non ha quasi mai sentito la nausea e le poche volte in cui è arrivata, l’ha accolta, l’ha gestita e l’ha fatta andare via.

Ci siamo presi del tempo per lavorare sulle paure che i condizionamenti della società avrebbero potuto scatenare, influenzando la scelta e il cammino che avevamo deciso di intraprendere.

La nostra linea guida era una visita mensile dal ginecologo, solo gli esami strettamente necessari e non invasivi e un parto naturale in mezzo alla natura.

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Abbiamo continuato il nostro lavoro ed è stato per me un grande insegnamento vedere come mama Alessia durante la gravidanza reagiva alla musica, alle persone, alla fatica, agli spostamenti; lo è stato per me e lo sarà per tutte le donne che vorranno vivere nuovamente in modo più naturale, semplice e serena la propria gravidanza.

Abbiamo fatto tutto quello che genericamente dicono di non fare, naturalmente sempre con coscienza, con ascolto e con rispetto: capanne del sudore, circoli di canti, bagni sonori, cerchi sciamanici notturni, cerimonie con le piante sacre, camminate sui carboni ardenti, trekking sciamanico, matrimoni spirituali, insomma mama Alessia non si è tirata mai indietro e anzi, molto spesso, stava meglio delle altre donne partecipanti, che rimanevano stupite e iniziavano ad avvicinarsi a lei per chiedere indicazioni e consigli.

Era bello vedere nei loro occhi che la paura che avevano di questo rituale di passaggio, spariva ascoltando le sue parole.

Il nome di questa nuova anima gli ricorderà il suo compito su questo pianeta

Massimiliano, Valentina e Cristiano sono state le persone che più ci hanno accompagnato in questo viaggio della gravidanza. I primi conducendoci in viaggi onirici per connetterci con l’energia di questa anima in modo più profondo e mistico, l’ultimo ci ha invece aiutato a trovare il nome di questo figlio della Terra.

Ci siamo regalati un bagno sonoro ogni mese. Ed è stato proprio al quinto mese che, durante un magnifico bagno sonoro eseguito con tecniche di respirazione (anche questa sconsigliata dalla medicina tradizionale), Cristiano ha nominato in un canto il nome Angelo.

Al termine della sessione, mama Alessia, ha condiviso il messaggio che le era arrivato: le sue guide le avevano detto che il nome sarebbe stato Michele ma che non era completo, e che io avevo la soluzione. A me era giunto Michelangelo, il nome dell’arcangelo di Dio.

Il nostro intento era sempre stato quello di non imporre a nostro figlio un nome che fosse piaciuto a noi o che avrebbe dovuto onorare i nostri genitori, come si usava in passato in meridione, dove i miei sono nati, ma un nome che potesse aiutarlo a ricordare il suo compito su questo pianeta, in questa vita. Non avremmo mai scelto il nome Michelangelo se avessimo dovuto decidere noi, ma visto che ci affidiamo ciecamente alle nostre guide, non abbiamo avuto dubbi.

Durante l’ecografia successiva, abbiamo scoperto che questa anima aveva deciso di vivere la sua esperienza con un corpo di sesso maschile.

Abbiamo avuto appena il tempo di comunicarlo alle nostre famiglie, poi il padre di mama Alessia ha avuto un attacco epilettico dovuto all’avanzare della malattia, ed è stato ricoverato in ospedale. Abbiamo capito subito che non sarebbe vissuto ancora molto.

Ho saputo apprezzare la forza, il coraggio e la centratura della mia compagna, in quel frangente così delicato della sua vita. Una manifestazione di vita stava arrivando e una stava lasciando il proprio corpo fisico. La nascita e la morte si stavano incontrando in modo così armonico e naturale.

Anche dopo che il padre di mama Alessia ha lasciato il corpo, lei ha continuato ad essere una mamma felice, gioiosa, non ha permesso a niente e nessuno di portarla lontana dal suo ruolo e dalla sua visione serena di questi momenti di passaggio dell’essere umano.

Quanta bellezza, anche al funerale, lei con la sua pancia, i suoi sorrisi e il grande amore per suo padre, manifestato in quel suo atteggiamento di presenza e supporto per tutti, per tutti quelli che ne avevano bisogno.

Amo infinitamente questa donna e il modo in cui vive la propria vita, per essere un esempio per gli altri.

Sembra facile quello che lei ha fatto, ma non lo è affatto. È sempre un essere umano, soggetto alle paure e alle incertezze, ma ha un grande coraggio e non vuole perdersi l’opportunità di vivere fino in fondo le esperienze che la vita le propone.

È stata la mia migliore allieva, prima di diventare una grande “sciamana moderna”.

Il luogo e le persone giuste per compiere questo magnifico rituale della nascita

Durante i mesi di gravidanza abbiamo trovato un altro medico, una ginecologa che abbiamo incontrato cinque volte durante tutto il periodo della gravidanza.

A Malo (VI), invece, abbiamo trovato l’ostetrica che ha fatto venire al mondo questa anima, la dottoressa Elena Cecchetto, fondatrice dell’Associazione Mamasté.

È stata l’unica che ha accolto la nostra richiesta di poter partorire non all’interno di una casa, ma nel bosco. Sempre lei ci ha indicato questo magico luogo a Monte Malo: visto dall’alto si può osservare un sentiero che traccia la forma di un Angelo dove all’altezza dell’utero c’è una Tenda Rossa, luogo del lavoro che Elena conduce da anni con l’energia femminina sacra.

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Abbiamo incontrato Elena, l’ostetrica, per la prima volta due mesi prima del parto, ed è stato amore a prima vista. Devi poterti fidare di cuore per mettere la vita di tuo figlio nelle mani di qualcuno. Anche se sai che la vita farà quello che crederà giusto fare, una grande parte di te è in ascolto e in quell’ascolto abbiamo trovato una donna preparatissima, attenta, professionale, simpatica, rispettosa, dolce e decisa allo stesso tempo.

Ancora prima di dirle sì, i nostri cuori l’avevano già scelta: sarebbe stata lei ad accompagnarci in quel bellissimo momento. Ci siamo affidati completamente e abbiamo sempre fatto quello che lei ci diceva e ci consigliava.

Abbiamo preparato insieme il rituale sciamanico del parto nativo, noi per la parte spirituale e lei per quella pratica/tecnica.

Ci piaceva l’idea di far partecipare le persone che ci avevano seguito di più in questo percorso e dunque abbiamo invitato Francisca, una potente donna di potere brasiliana, che ci ha dato sempre consigli utili per vivere in modo armonico la gravidanza e il parto, Massimiliano e Valentina perché abbiamo lavorato molto con loro anche durante la gravidanza, Cristiano Baraghini perché è un nostro fratello e ci ha permesso di “sentire” il nome di nostro figlio, Surya Cillo perché rappresentava quella famiglia dove tutto è nato e alla quale ci siamo sempre ispirati così come ad onorare con la sua presenza la figura di suo padre che abbiamo sempre nel cuore. Sara Gasparotto perché volevamo che la sua energia femminile aiutasse mama Alessia nel momento del parto, Roberto e Silvia perché erano le ultime due persone che avevamo unito con un matrimonio spirituale sciamanico.

Un raduno di grandi anime e di grandi cuori per fare da contorno alla bellezza della nascita di questo figlio della luce.

Molti dei nostri amici, i nostri parenti, molti conoscenti, ci hanno sempre chiesto in che ospedale sarebbe nato, se mama Alessia avrebbe fatto l’epidurale o un parto naturale e diciamo che per non offendere nessuno, per non spaventare le famiglie e gli amici abbiamo detto loro solo una mezza verità.

Le paure e i condizionamenti sono così forti che abbiamo percepito avrebbero potuto ostacolare il nostro sogno e il nostro desiderio. Certo sarebbe stato più bello poter dire a tutti cosa volevamo fare, ma ormai sappiamo per esperienza che non sempre questo è possibile e occorre rispettare il punto di coscienza degli altri e tutelarli come possibile, rispettando allo stesso tempo il nostro sentire e il nostro sogno: accogliere l’arrivo di una nuova anima in modo naturale!

Vuoi conoscere come è avvenuto il parto nativo di questa anima? Allora continua a seguirci! La settimana prossima condivideremo il seguito del racconto del parto nativo in Tenda Rossa 🙂

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Love Shaman Way è uno stile di vita, uno spazio aperto a tutti dove trovare e condividere gli strumenti necessari per vivere nella vera felicità e nell’amore incondizionato. Crediamo che l’uomo moderno possa trarre dalle antiche tradizioni sciamaniche un tesoro da mettere in pratica nel mondo di oggi.
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